Una controversia giudiziaria che mette in luce la lacunosa situazione
della commercializzazione e manutenzione degli estintori nel nostro paese.
L’opinione di Renato Romano, da molti anni
collaboratore della rivista Antin –
cendio, torna ancora una volta ad
esprimere con il suo tono solita –
mente “vivace” la sua opinione
personale sulla situazione degli
estintori non conformi.
In questo articolo l’autore pren –
de spunto da una vicenda giudi –
ziaria intrapresa dalla nota asso –
ciazione di categoria ANIMA, al fi –
ne di verificare la non idoneità di
molti prodotti immessi sul mercato.
Non è la vicenda giudiziaria di
per sé ad attirare l’attenzione del
dott. Romano, ma come già avve –
nuto in precedenza, è la mancan –
za di controllo da parte dell’organo
competente sulla quale intende
sollevare l’attenzione degli addetti
ai lavori.
Per dovere di informazione la ri –
vista concede come di consueto
uno spazio a coloro che desidera –
no accendere un dibattito sulle te –
matiche di attualità adempiendo
in questo modo al ruolo di utile
strumento di scambio di opinioni.
Ricordiamo tuttavia ai lettori che le
opinioni espresse dai singoli autori
non impegnano la direzione della
r i v i s t a .
In questo articolo, enuncio
dei fatti e, come al solito, cercherò
di fare il punto della situazione
ed esprimere le mie
o p i n i o n i .
Non è mia intenzione intervenire
nel merito della vicenda
giudiziaria tra l’ANIMA – Federazione
delle Associazioni Nazionali
dell’Industria Meccanica
Varia e Affine – e la Ditta produttrice
di estintori denunciata
all’Autorità Giudiziaria per presunti
illeciti, perché, ovviamente,
spetta alla Magistratura.
Per questa ragione nell’articolo
non cito il nome dell’azienda
produttrice di estintori, chiamata
in causa dall’ANIMA, limitandomi
a definirla con il termine
legale “la resistente”.
Sembra opportuno, piuttosto,
far notare ai lettori l’atteggiamento
passivo che
su questa vicenda ha assunto
la Pubblica Amminis
t r a z i o n e .
Accertamenti
e controlli
Da tempo, l’ANIMA
ha intentato un’azione
giudiziaria contro alcuni
produttori di
estintori d’incendio a
causa degli agenti
estinguenti impiegati
negli estintori diff o r m i
da quelli dichiarati in
sede di approvazione.
Mi sono così documentato
recuperando
un gran numero di articoli
apparsi sulla stampa nazionale
da gennaio a maggio
del 1992 unitamente ad altri
documenti necessari ad
un’adeguata e corretta inform
a z i o n e .
Da questa lettura appare evidente,
come era facilmente immaginabile
che il mercato degli
estintori lasciato a se stesso,
senza alcun controllo dei prodotti
da parte della Pubblica
Amministrazione, prima o poi,
ANTINCENDIO luglio 1996 73
ANCORA ESTINTORI
IN PRIMO PIANO
Una controversia giudiziaria che mette in luce la lacunosa situazione
della commercializzazione e manutenzione degli estintori nel nostro paese.
L’opinione di Renato Romano
© EPC
sia naufragato nell’illecito commerciale
e nelle truff e .
La vendita degli estintori
“non conformi” in Italia è stata
ed è sempre molto semplice, si
può infatti presentare una campionatura
di estintori “buoni” alle
prove per ottenere l’omologazione
e, ottenuta l’approvazione,
vendere quelli “falsi”:
un’azione, dunque, semplice,
redditizia ed a rischio “zero”
essendo agevolata da un’assoluta
mancanza di controlli.
E’ noto che, per legge, il Ministero
dell’Interno rilascia le approvazioni
di tipo degli estintori
d’incendio in forza dei decreti ministeriali
20.12.1982 e 6.3.1992
che, tra l’altro, danno anche mandato
al Ministero stesso di sottoporre
gli estintori approvati ad accertamenti
di controllo sia presso
i produttori che presso i depositi
sussidiari dei produttori, dei grossisti,
degli importatori, dei commercianti
e degli utilizzator i .
Nel febbraio del 1992, l’ANIMA,
dopo le numerose segnalazioni
pervenute all’UMAN –
Unione Costruttori di Materiali
Antincendi – che denunciavano
gli illeciti commessi dai costruttori
di estintori, decise di intervenire
promuovendo un’azione di
accertamento tecnico preventivo
presso il Tribunale di Milano.
Un comunicato stampa
dell’ANIMA denunciava così casi
di alterazione dei materiali impiegati
per la costruzione di
estintori e di materiali estinguenti
che venivano “tagliati”
con sostanze che non avevano
nulla a che vedere con il prodotto
indicato nell’etichetta, facendo
anche uso, in alcuni casi, di
componenti altamente nocivi.
In questo comunicato, ripreso
dall’ANSA e rilanciato da numerosi
quotidiani nazionali con titoli
allarmistici, l’ANIMA affermava –
tra l’altro – di aver dato mandato
ai suoi legali di agire a tutela
dei propri associati e, indirettamente,
a tutela degli utenti,
contro alcuni produttori che immettevano
sul mercato estintori
approvati dal DM 20.12.82, ma
non conformi.
Il Sole 24 Ore del 20 febbraio
1992 riferisce: <
Il Presidente della I Sezione
Civile del Tribunale di Milano,
dopo il ricorso presentato
dall’ANIMA, decise di sottoporre
ad accertamento tecnico preventivo
(art. 696 cpc) alcuni
estintori reperiti dall’ANIMA sul
mercato, ponendo il seguente
quesito al Consulente Te c n i c o
di Ufficio – Prof. Fiamma Ronchetti
-: <
La Prof. Fiamma Ronchetti
eseguì le operazioni peritali
presso il Dipartimento di Chimica
e Biochimica medica
dell’Università di Milano. Tr a l ascio
la descrizione dettagliata
delle procedure tecnico-legali
degli accertamenti eff e t t u a t i :
– Analisi gas-cromatografica
– Analisi gas-cromatografica ab –
binata alla spettrometria di
m a s s a
– Trattamento dei campioni
– Determinazione delle sostanze
d i s c i o l t e
– Valutazione dei residui insolu –
b i l i
Cito invece (vedi riquadro nella
pagina accanto) la risposta e
le conclusioni al quesito posto
dal Magistrato alla prof. Fiamma
Ronchetti.
E’ da precisare che gli estintori
reperiti dall’ANIMA sul mercato
furono consegnati alla
Prof. Fiamma Ronchetti da persona
che ne ha garantito l’integrità
e l’indisponibilità a terzi fino
al momento della consegna.
Trattandosi di accertamento
compiuto dall’Autorità Giudiziaria
di Milano in presenza di un
ricorso per presunti atti illeciti,
l’UMAN con una nota del 31 luglio
1992 si premurò molto correttamente
d’informare il Ministero
dell’Interno inviandogli allo
stesso una copia dell’accertamento
tecnico preventivo eseguito
della Prof. Fiamma Ronchetti
(CTU) e sollecitando il Ministero
stesso affinché potesse
prendere tutte le iniziative dovute,
nell’ambito delle sue specifiche
competenze, e nell’esercizio
dei suoi poteri di cont r o l l o ,
prevenzione e repressione.
ANTINCENDIO luglio 1996
ANCORA ESTINTORI
IN PRIMO PIANO
74
ANCORA ESTINTORI
IN PRIMO PIANO
Dopo l’esposto dell’UMAN, il Ministero
dell’Interno – D.G.P. C . S . A .
– Servizio Tecnico Centrale –
Ispettorato attività e normative
speciali di prevenzione incendi – il
17 agosto 1992, così rispose:
< < Vista la procedura seguita
nell’effettuazione di detti accerta -
menti, vista la difformità rilevata
dal CTU tra gli estintori di tipo
omologato presentati dalla “resi -
stente” e quelli presentati da co -
desta Unione reperiti dall’ANIMA
sul mercato, si prega far cono -
scere a questo Ufficio se il Tribu -
nale di Milano abbia emesso
nella fattispecie una qualche di -
sposizione che, in caso afferma -
tivo, si rimane in attesa di cono -
scere.>>
<
Questa la descrizione dei fatti.
Ebbene, cosa è avvenuto, proprio
ciò che prevede la legge, è
stato eseguito un accertamento
tecnico, disposto da un Magistrato,
e il CTU incaricato, nelle sue
conclusioni ha affermato – senza
esprimere giudizi – che nel caso
in esame esisteva completa
d i fformità tra i certificati prodotti in
sede di omologazione e la composizione
degli agenti estinguenti
contenuti negli estintori reperiti in
commercio dall’ANIMA.
Non sarebbe stato più corretto
e trasparente che il Ministero
dell’Interno informasse direttaANTINCENDIO
luglio 1996 75
Dopo aver esaminato il contenuto degli estintori di produzione del –
la “resistente” fornitimi dall’ANIMA e degli estintori di produzione del –
la “resistente” fornitimi dalla “resistente” stessa, e dopo aver esami –
nato i certificati delle analisi chimiche relative agli estintori tipo ad
Halon 1211 da kg 6 e agli estintori tipo a polvere da kg 6 che sono
stati prodotti dalla “resistente” in sede di omologazione degli estintori
stessi al competente Ministero, posso concludere quanto segue:
1 ) – Nell’estintore ad Halon 1211 da kg 6, prodotto dalla “resistente”
e fornitomi dall’ANIMA è presente come costituente
unico il triclorofluorometano, riconosciuto nella
letteratura come Freon 11, e non l’Halon 1211 .
2) – Nell’estintore ad Halon 1211 da kg 6, prodotto dalla “resistente”
e dalla stessa fornitomi è presente bromoclorodifluorometano
riconosciuto nella letteratura come
Halon 1211.
3 ) – Nell’estintore a polvere da kg 6, prodotto dalla “resistente”
e fornitomi dall’ANIMA sono presenti i seguenti
costituenti nelle percentuali indicate:
solfato di ammonio 36.7%
fosfato biammonico 3.6%
fosfato monoammonico 20.7%
carbonato di calcio 28.4%
insolubile 11.4%
4) – Nell’estintore a polvere da kg 6, prodotto dalla “resistente”
e dalla stessa fornitomi sono presenti i seguenti costituenti
nelle percentuali indicate:
solfato di ammonio 50.0%
fosfato biammonico 5.4%
fosfato monoammonico 31.5%
insolubile 12.6%
Per quanto attiene agli estintori ad Halon 1211, esiste completa
difformità tra certificato di analisi chimica prodotto in sede di omolo –
gazione e composizione dell’estintore fornitomi dall’ANIMA, mentre
esiste completa concordanza tra certificato di analisi e composizione
dell’estintore fornitomi dalla “resistente”.
Per quanto attiene agli estintori a polvere ancora esiste profonda
difformità tra certificato di analisi chimica prodotto in sede di omolo –
gazione e composizione dell’estintore fornitomi dall’ANIMA, in cui, oltre
a una notevole differenza nella composizione dei componenti citati
nel certificato, è presente una forte quantità di carbonato di calcio
non previsto nel certificato stesso, mentre, al di là di non sostanziali
differenze di composizione percentuali esiste sufficiente concordanza
fra certificato di analisi chimica prodotto in sede di omologazione
e composizione degli estintori fornitimi dalla “resistente”.
In fede, f.to Prof. Fiamma Ronchetti, Milano 29 aprile 1992.
mente l’Associazione di categoria,
gli utenti sull’attività di controllo
espletata dal Ministero stess
o ?
Dalla risposta ministeriale inviata
all’UMAN, sembra che il
mercato sia tutto sotto controllo
e che l’azione dell’ANIMA, intrapresa
a tutela dei suoi associati
e degli utenti, sia un’azione superflua
che si sovrappone alla
regolare attività di controllo degli
estintori d’incendio regolarmente
effettuata dal Ministero
d e l l ’ I n t e r n o .
Mi domando se non era doveroso
da parte del Ministero, di
fronte alla gravità dei fatti emersi
a Milano, far conoscere alla collettività
– anche se in forma anonima
e statistica – dove, come e
quanti erano stati gli estintori
prelevati dai funzionari ministeriali
e quale era stato l’esito degli
accertamenti di controllo eseguiti
in conformità all’art. 8 dell’allegato
B del D.M. 20.12.82.
A questo punto sarebbe stato
più logico che il Ministero intervenisse
direttamente nella vicenda
con un’inchiesta e sospendesse,
se necessario, anche
in forma cautelativa, l’omologazione
di quei prodotti incriminati
che non erano conformi
all’approvazione rilasciata dallo
stesso Ministero.
Mi rendo conto che le sollecitazioni
ad effettuare gli accertamenti
ed i controlli fin quando
erano richieste soltanto dai miei
articoli su questa stessa Rivista,
potevano anche essere ignorate.
Mi meraviglia, invece, come in
presenza di fatti illeciti denunciati
all’Autorità Giudiziaria, constatati
da un Consulente Tecnico di Ufficio
e segnalati da una Associazione
di categoria, il Ministero
dell’Interno, in qualità di garante
al di sopra delle parti, non abbia
sentito il dovere di approfondire
la vicenda.
Si voleva forse celare il fatto
che, malgrado le segnalazioni
pervenute al Ministero sulla non
corrispondenza qualitativa dei
prodotti in commercio, erano ormai
trascorsi ben dieci anni, e il
Ministero non aveva preso alcun
provvedimento per arginare il
fenomeno?
In questa vicenda si ha l’impressione
che i fatti accaduti non
siano stati sufficientemente valutati
dal Ministero e ciò si evince
anche dal contesto della lettera
interlocutoria inviata dal Ministero
all’Associazione.
Sarebbe stato più giusto considerando
l’autorevole fonte da cui
era pervenuto l’esposto, delegare
un funzionario dell’Ispettorato
dei VVF della Lombardia o il Comando
dei VVF di Milano di seguire
la vicenda e relazionare al
Ministero sull’andamento della
causa, invece di richiedere informazioni
ad una delle parti in
causa. Come ho detto in precedenza
non mi interessa tanto
l’esito della causa civile poiché,
prima o poi, una Associazione di
consumatori o qualche nota rubrica
televisiva denuncerà le
stesse illegalità.
Mi interessa piuttosto informare
i lettori sulla documentazione
da me reperita riportandone direttamente
molte citazioni. Bisogna
rispondere su questa vicenda
agli utenti in quanto il Ministero
si sottrae puntualmente alle
proprie responsabilità adottando
la politica del silenzio e
dell’immobilismo in materia di
accertamenti e controlli sugli
e s t i n t o r i .
E’ casuale il fatto che l’azione
dell’ANIMA, su di un acquisto di
mercato di soli dieci estintori sia
incappata in ben tre apparecchi
d i fformi dalle omologazioni minis
t e r i a l i ?
O forse l’attività di controllo del
Ministero funziona male o non
funzioni affatto o, peggio ancora,
tende a mascherare la realtà al
fine di non ammettere l’ineff icienza
dell’organizzazione di
c o n t r o l l o ?
E’ possibile mai che tutti gli accertamenti
effettuati dal Ministero
siano sempre incappati in prodotti
ottimi e che non abbiano
mai trovato un estintore diff o r m e
ai prototipi dichiarati di tipo app
r o v a t o ?
Non è noto a tutti, nell’ambiente
ministeriale, nei laboratori di
prova autorizzati, tra gli esperti
del settore ed i produttori, il fatto
che almeno il 30% degli estintori,
immessi sul mercato dal 1982 ad
oggi, non sono conformi all’approvazione
di tipo?
E’ possibile che sia sempre il
ANTINCENDIO luglio 1996
ANCORA ESTINTORI
IN PRIMO PIANO
76
La posizione
ministeriale
nei confronti
della vicenda
giudiziaria
ANCORA ESTINTORI
IN PRIMO PIANO
“consumatore” a subire gli illeciti
anche quando, in tempi non sospetti,
il Ministero era stato invitato
da più parti ad intervenire?
Il Ministero potrebbe obiettare
che il mancato intervento nelle
situazioni sospette del mercato
era motivato dalla mancanza di
prove certe; quando però questi
sospetti si sono rivelati esatti e
sono stati confermati da un accertamento
tecnico preventivo disposto
dal Tribunale di Milano,
non credo che si potessero avere
ancora dubbi.
Il Ministero poteva e doveva intervenire.
Il motivo per cui non lo
abbia fatto è un mistero che noi
tutti vorremmo fosse chiarito.
Ebbene, in occasione del clamore
suscitato dalla stampa sulla
vicenda, l’ingegner Aldo Irace,
direttore del laboratorio di chimica
del Centro studi ed esperienze
del Ministero dell’Interno, rilasciò
una lunga intervista al periodico
“Il Salvagente” pubblicata
nel maggio del 1992, sotto il titolo
“La grande truffa”.
Da questa intervista cito alcune
parti che ritengo significative.
Alla domanda dell’intervistatore:
Innanzi tutto concorda con
quanto dichiara l’UMAN, e cioè
che più della metà degli estintori
in commercio sono pericolosi?
Direi meglio che sono inefficaci.
Incalzando, l’intervistatore pose
un altra domanda:
Ma come è possibile che non
siano efficaci, cioè che non
spengano?
In realtà ci sono giunte segna –
lazioni che lamentavano la non
corrispondenza qualitativa dei
prodotti in commercio. Da alcuni
mesi abbiamo iniziato alcune in –
dagini a campione con una serie
di test di laboratorio.
Entro giugno avremo i primi ri –
sultati. Anche se trattandosi di
un’indagine a campione, avrà
una validità parziale. Nel senso
che potremmo aver scelto pro –
dotti ottimi e non aver seleziona –
to altri a rischio.
Alla domanda successiva:
In base al decreto ministeriale
del 1982, dovevate essere Voi,
tramite i Vigili del Fuoco, a
svolgere i controlli. Come mai
sono passati dieci anni e non
sono stati mai effettuati dei
controlli?…
L’ingegner Irace rispose: con –
tinuiamo a restare in attesa di
una regolamentazione dei con –
trolli sui prodotti di sicurezza che
fissi le procedure: come devono
essere fatti i controlli, in base a
quali parametri, controllando co –
sa. Stesso discorso vale anche
per i controlli di sicurezza sui
materiali da costruzione, mo –
quette, tendaggi… Oltre a ciò si
deve anche individuare la coper –
tura finanziaria. In questo caso
si è soltanto scritta una buona
norma senza prevedere i costi
della sua applicazione e senza
individuare i capitoli di spesa.
Ma c’è una carenza di normativa
forse più grave e preoccupante.
Cioè?
La norma attualmente in vigore
non vieta l’uso di prodotti tossici.
Diciamo che soltanto per il buon
senso dei produttori gli estintori
non sono delle autentiche bom –
be. O almeno, speriamo che non
lo siano.
Nello stesso articolo l’ingegner
Mario Masini dell’Istituto di ricerche
e collaudi di Milano, laboratorio
autorizzato per le prove di
omologazione sugli estintori d’incendio,
afferma:
Noi effettuiamo i controlli per
l’omologazione per conto del Mi –
nistero dell’Interno. Nei prodotti
in vendita invece ci può essere
di tutto e, spesso, non mancano
sostanze tossiche.
Nella prima risposta l’ingegner
Irace afferma che gli estintori
“sono inefficaci”. Quali sono inefficaci.
Ritengo che l’intervistato,
conoscendo molto bene la materia
ed il mercato, volesse dire
che solo gli estintori “non conformi”
sono inefficaci.
L’ingegner Irace nell’articolo
che il caso aveva suscitato su
questo argomento confermava
che erano iniziate indagini a
campione, il che lascia presupporre
che un “input” ministeriale
era giunto al Centro Studi delle
Capannelle affinché si eseguissero
dei controlli.
Nello stesso tempo l’ingegner
Irace era molto scettico sull’esito
di questa indagine a campione,
in quanto presupponeva di poter
anche trovare solo prodotti “ottimi”
e neanche uno “falso”.
Poi, precisa che il Centro Studi
è in attesa di una regolamentazione
nei controlli. Dall’aff e r m azione
si evince, ammesso che vi
sia stato un “input” ministeriale,
che questo era carente sia di regolamento
che di copertura finanziaria.
Inoltre sia l’ingegner Irace che
l’ingegner Masini, nel corso
dell’intervista, suppongono che
non essendo espressamente
ANTINCENDIO luglio 1996 77
a l l ’ e p o c a v i etato nei decreti ministeriali
l’uso di agenti estinguenti
tossici, alcuni estintori possono
essere stati anche caricati con
questi prodott i .
La cosa più sorprendente è
che di fronte a questi dubbi nessuno
interviene.
Il tutto lascia presupporre
che quel che si dice sia vero, e
cioè che in realtà, nei primi
dieci anni dall’emanazione del
decreto ministeriale non è stato
effettuato alcun controllo.
Solo verso la metà del 1992
sono stati eseguiti degli accertamenti
presso alcune aziende
produttrici di estintori, note per la
loro serietà dell’organizzazione
dei controlli di produzione ed in
questo caso è evidente che tutti i
controlli saranno risultati “ottimi”.
Purtroppo non sono mai stati
e ffettuati accertamenti presso i
depositi dei grossisti, dei commercianti
(oltre 1500 rivenditori
e manutentori in Italia) e tanto
meno presso gli utilizzatori.
Per fare un esempio basterebbe
individuare i rivenditori di
estintori sulle pagine gialle di
una qualsiasi provincia italiana,
visitarli, e senza preavviso, esaminare
una partita nei loro depositi;
ciò andrebbe fatto anche
presso i piccoli utenti o presso
qualsiasi azienda italiana.
Vorrei ricordare che il Ministero
dell’Interno ha facoltà di annullare
l’omologazione nel caso
che, dopo adeguati accertamenti,
venga rilevata la non conformità
di esemplari di prodotto al
prototipo omologato nonché ordinarne
l’immediato ritiro dal
m e r c a t o .
In relazione a quanto emerge
dalla vicenda, queste irregolarità
nuociono alla prevenzione incendi
perché testimoniano, ancora una
volta, che i controlli sono assai
blandi sia a livello di produzione
sia a livello degli organismi tecnici
chiamati a verificare la sicurezza
dei prodotti in commercio.
Gli illeciti subiti dall’utenza poi
sono molto più numerosi di
quanto non si creda, solo che
sono truffe da “marciapiede”
cioé di poche migliaia di lire; così
dopo la prima reazione di rabbia
da parte del “gabbato”, egli
non si prende la briga di denunciare
i truff a t o r i .
In pratica l’utente, si trova
sempre in una posizione sfavorevole
per difendersi dagli illeciti
commerciali; le difficoltà legali –
anche solo per semplice ignoranza
delle procedure – gli alti
costi, i tempi lunghissimi e il rischio
che comunque le cose non
vadano per il verso giusto sono
le principali ragioni per cui spesso
gli utenti rinunciano a
rivolgersi all’Autorità Giudiziaria.
Così si consente a coloro che
propongono pratiche commerciali
scorrette o, comunque, poco
rispettose dei diritti del consumatore
di continuare a lavorare
indisturbati.
In mancanza purtroppo di controlli
seri e ripetuti sulla conformità
degli estintori ai decreti ministeriali,
andremo a riscontrare, sempre
di più, un aumento esponenziale
negativo degli illeciti commessi
dai produttori disones t i .
La responsabilità di questa situazione
illegale è certamente
del produttore e, anche se in modo
diverso, dell’organismo preposto
al controllo, il quale, venuto
a conoscenza di un presunto
illecito avvenuto nella sua sfera
di competenza, ritarda o non
esercita i suoi poteri di controllo,
prevenzione e repressione.
La norma UNI 9994
Per il controllo semestrale, la
ricarica e la revisione degli estintori
d’incendio invito ancora una
volta il Ministero dell’Interno a
recepire al più presto la norma
UNI 9994 del marzo 1992 sulla
manutenzione degli estintori
d’incendio al fine di evitare, ciò
che già accade, e cioè che produttori,
manutentori e utenti, tra
di loro, in vario modo nelle più
svariate situazioni, tendono a
declinare le proprie responsabil
i t à .
A mio parere la circolare del
Ministero dell’Interno emanata il
29.08.1995, riguardante i chiarimenti
sulle questioni interpretative
o applicative del D.L. 626/94,
al punto B3) – Controllo e manutenzione
dei presidi antincendio
– è in sintonia con la soluzione
del problema da me auspicato;
così infatti recita:
“Le attrezzature mobili (estintori),
gli impianti di spegnimento
manuali (naspi, idranti) ed automatici,
gli impianti di segnalazione
ed allarme incendio, l’impianto
di illuminazione d’emergenza,
gli impianti di evacuazione
fumi, devono essere oggetto
di regolari controlli e di interventi
di manutenzione, in
conformità a quanto previsto
dalla normativa cogente e ove
mancante dalla normativa tecnica
e dalle istruzioni dei costruttori
ed installatori”.
ANTINCENDIO luglio 1996
ANCORA ESTINTORI
IN PRIMO PIANO
78
ANCORA ESTINTORI
IN PRIMO PIANO
Ebbene, la normativa cogente
per il controllo degli estintori è
quella enunciata nel DPR
547/55 art. 34 e l’unica normativa
tecnica sulla manutenzione
degli estintori attualmente nota è
la UNI 9994 – CNVVF/CPAI – del
marzo 1992.
Agli utenti, non mi stancherò
mai di ricordarlo, in caso di controversia
giudiziaria, civile o penale,
dovuta ad errata o cattiva
manutenzione degli estintori
d’incendio e dei presidi antincendi
in generale, il Magistrato,
oggi, ha disponibili solo questi rif
e r i m e n t i :
– per il controllo semestrale degli
estintori d’incendio (e per tutti i
presidi antincendi in generale):
l’art. 34 del DPR 547/55;
– per le operazioni di manutenzione,
ricarica, revisione e collaudi
degli estintori d’incendio
portatili e carrellati: la norma
UNI 9994.
Quando un estintore è stato
venduto da un produttore o da
un commerciante all’utente, il responsabile
dei controlli semestrali
e della manutenzione è il
soggetto di cui all’art. 4 del DPR
5 4 7 / 5 5 .
E a tale soggetto spetta il mantenimento
dell’estintore nelle
condizioni per cui è stata rilasciata
la dichiarazione di tipo approvato.
Per concludere, un consiglio
agli utenti: qualsiasi interpretazione
data in contrasto con la legge
cogente sui controlli semestrali e
la normativa tecnica di manutenzione
UNI 9994 è errata.
Pertanto, quando gli utenti appaltano
i lavori alle ditte di manutenzione
sia per i controlli semestrali
che per le revisioni dei
loro estintori è prudente che nel
contratto di appalto richiedano
esplicitamente che questi lavori
siano eseguiti nel rispetto della
legge vigente DPR 547/55 e della
normativa UNI 9994.
In chiusura di numero appren –
diamo che è improvvisamente
scomparso Renato Romano, un
personaggio noto nel mondo
dell’antincendio sia per la sua
lunghissima militanza nel settore
che per le grandi doti di umanità,
simpatia e competenza.
ANTINCE
ANCORA ESTINTORI IN PRIMO PIANO
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