Fra le fonti d’innesco di un incendio rivestono un’importanza primaria
le scintille elettriche. Cosa adottare per neutralizzare questi fenomeni
Vito Galetta – Esperto antinfortinistica e sicurezza impianti elettrici
Spesso fenomeni sottova l u t a t i
quali le scintille elettriche possono
essere causa di conseguenze gra –
vo s e. Può sembrare superfluo, ma
è alle volte opport u n o, soffe rm a r s i
a riflettere su questi aspetti consi –
d e rati nell’immaginario collettivo
“banali”, per poter considerare a pie –
no gli effetti devastanti che queste
fonti d’innesco possono provo c a r e.
Il ve rificarsi di un incendio, inteso
come fenomeno di combu s t i o n e
diffusa e incontrollata, presuppone
n e c e s s a riamente la presenza simultanea
di materiale infiammabile
(in cospicua quantità) e di una fo nte
d’innesco più o meno accidentale
o subdola. È abbastanza noto
c h e, fra le fonti d’innesco di un inc
e n d i o, primeggiano le scintille elett
riche di va ria ori g i n e. Di scintille elett
riche ci si serve sempre più spesso
e intenzionalmente per il funzionamento
di motori termici, per l’accensione
di caldaie da ri s c a l d amento
e di cucine a gas. A f f i n c h é
una scintilla possa provocare quella
indispensabile sopra e l eva z i o n e
di tempera t u ra atta ad iniziare la
c o m bustione (espandibile con relat
i va rapidità a tutta la massa di mat
e riale infiammabile che, nel linguaggio
tecnico, viene definito:“ c arico
d’incendio”) tale scintilla deve
possedere energia congruente al
grado d’infiammabilità del materi ale
specifico a contatto con la fo n t e
d ’ i n n e s c o. In presenza di part i c o l ari
miscele gassose o polve ru l e n t e,
basta anche una scintilla di modesta
energia a provocare quel fe n omeno
di combustione rapida noto
come “ e s p l o s i o n e ” o “ d e f l a gra z i on
e ” . Gli effetti devastanti dell’esplosione
sono ovviamente i più temibili
in confronto all’incendio, che inevitabilmente
ne consegue in presenza
di altro materiale infiammab
i l e.P r evalentemente è di una scintilla
elettrica che ci si serve anche
per provocare l’esplosione di una
c a rica di dinamite: sia per motivi bellici
che per ragioni pacifiche come
lo scavo di una galleria nella roccia
c o m p a t t a .
Quella sopra e l evazione di temp
e ra t u ra concentrata in un punto,
costituente l’innesco di un fe n o m eno
combu s t i vo, può a vo l t e, anche
essere provocata dal ri s c a l d a m e nto
(per effetto Joule) di una connessione
difettosa in un conduttore
e l e t t rico in intimo contatto con mat
e riale infiammabile. Scintille elettriche
vengono prodotte dagli interru
t t o ri, dai contatori e da altri componenti
di impianti elettrici o di apparecchi
di va rio tipo alimentati da
energia elettri c a .
Fare in modo che quelle scintille
si producano a distanza di sicurezza
rispetto al materiale infiamm
a b i l e, costituisce parte integra n t e
di quella professionalità che deve
possedere un installatore di impianti
e l e t t rici part i c o l a rmente qualificato
ad operare in luoghi a maggior rischio
d’incendio (secondo le norm e
C. E . I .64/8-7) o in luoghi con pericolo
di esplosione ai sensi delle norme
CEI EN n.6 0 0 7 9 – 1 4 .
Le scintille elettriche suscettibili
di innescare fenomeni combu s t i v i
sono di origine elettrostatica o elett
r o d i n a m i c a . Di origine elettrostatica,
ma con evoluzione elettrodinamica
sono considerate le sov ra t e nsioni
atmosfe ri c h e. Più esattamente
trattasi di quelle sov ra t e n s i o n i
elettroindotte che una fulminazione
a t m o s fe rica, ve rificatasi nelle adiac
e n ze di luogo ad alto rischio d’inc
e n d i o, può generare in presenza
di part i c o l a ri condizioni. Quanto alla
fulminazione diretta, il suo bersaglio
preferenziale sono gli abeti,
le altre conifere di alto fusto (sporgenti
dal folto del bosco) nonché alb
e ri d’alto fusto simili. Non è raro il
caso che una tale fulminazione dia
o rigine all’incendio di un bosco, ma
ANTINCENDIO novembre 1999 121
LE CAUSE ELETTRICHE
D’INCENDIO O ESPLOSIONE
Fra le fonti d’innesco di un incendio rivestono un’importanza primaria
le scintille elettriche. Cosa adottare per neutralizzare questi fenomeni
Vito Galetta – Esperto antinfortinistica e sicurezza impianti elettrici
le probabilità di propagazione di un
tale incendio sono ostacolate spesso
dalla pioggia che gli stessi temp
o rali comport a n o. Le sov ra t e n s i oni
indotte dal fulmine atmosfe ri c o,
note anche come fulmini secondari,
possono anche essere propagate
all’interno di luoghi ad alto ri s c h i o
d ’ i n c e n d i o, da strutture metalliche
estese in grado di produrre scintille
e punti caldi.
Fra quelle strutture metalliche
sono da considerare anche i cond
u t t o ri degli impianti di messa a terra
realizzati in modo irra z i o n a l e, non
viene effettuata l’equipotenzialità
delle masse e delle masse estra n e e
ai sensi delle norme C. E . I .n .6 4 / 2 .
Le scintille elettriche di ori g i n e
più propriamente elettrostatica, sono
ovviamente le più subdole e
quindi anche le più difficili da neut
ralizzare in presenza di miscele
e s p l o s i ve.
Il fenomeno inerente la fo rm azione
delle cariche elettrostatiche
riguarda quei materiali la cui stru tt
u ra atomica comporta un bassissimo
potenziale di estrazione elettronica,
per cui basta un modestissimo
apporto di energia esterna per
p r ovocare l’emissione elettronica sup
e r f i c i a l e. Questa proprietà ri g u a rd
a : sia alcuni metalli che metalloidi
e l e t t ricamente isolanti, comprese alcune
resine term o p l a s t i c h e. M e n t r e
nei metalli le cariche elettriche si dis
t ri buiscono unifo rmemente su tutta
la superficie, nei materiali isolanti
tali cariche elettriche ri m a n g o n o
isolate fra loro, determinando differ
e n ze reciproche di potenziale (in
a ria secca). Occorre quindi un int
e rvento esterno per congiungere
f ra loro quelle cariche elettriche ed
egualizzare il potenziale sull’intera
s u p e r f i c i e. Basta qualsiasi azione di
contatto su quelle superfici elettri zzate
staticamente perché tali differ
e n ze di potenziale si egualizzino,
d e t e rminando scariche distru t t i ve o
s c i n t i l l e.
La fo rmazione di cariche elettrostatiche
riguarda va ri laminati e
m a nu fatti plastici, nonché part i c ol
a ri fibre sintetiche per la produzione
di tessuti non adatti per gli indumenti
dei lavo ra t o ri che, nei luoghi
di lavoro a rischio di esplosione,
o p e rano più o meno abitualmente.
In presenza di miscele esplosive o
di materiali altamente infiammabili,
tali scariche elettriche possono ovviamente
innescare peri c o l o s i s s i m e
esplosioni o incendi.
L’ a rt . 335 del D. P. R . n . 5 4 7 / 5 5
che contiene le norme fo n d a m e ntali,
tutt’ora vigenti in materia di sicurezza
nei luoghi di lavo r o, stabilisce
che, nei luoghi con rischio d’esplosione
o incendio di cui agli art t .
329-331, devono essere adottate le
seguenti misure di sicurezza per
n e u t ralizzare il fenomeno insidioso
delle cariche elettrostatiche e relat
i ve scintille:
a) collegamento elettrico a terra
delle parti metalliche delle pareti,
dei tetti, delle incastellature,
delle macchine e delle tra s m i ss
i o n i ;
b) installazione di mezzi o dispositivi
aventi lo scopo di disperdere
le cariche elettrostatiche che
si possono produrre nelle cinghie
di cuoio delle tra s m i s s i o n i .
Essi devono essere tali da non
dare luogo alla produzione di
s c i n t i l l e ;
c) collegamento elettrico fra loro,
senza soluzione di continuità e
per tutta l’estensione della rete,
degli elementi delle tubazioni
metalliche per il tra s p o rto e la circolazione
delle polve ri e delle fib
r e, e del collegamento elettri c o
a terra dell’intera rete di tubaz
i o n i ;
d) collegamento elettrico delle stru tture
metalliche dei serbatoi di liquidi
infiammabili con le stru t t ure
metalliche dei mezzi di tras
p o rto degli stessi liquidi, dura n t e
le operazioni di carico e scari c o,
e collegamento elettrico a terra
di tutto il sistema, qualora il ve icolo
sia provvisto di pneumatici.
La tecnica moderna consente
anche l’uso di materiali antistatici
per la fa bb ricazione delle cinghie di
t rasmissione di cui al punto b) dell
’ a rt .335 sopra c i t a t o, nonché di elas
t o m e ri antistatici, usati part i c o l a rmente
per pavimentare i locali. A
volte le cariche elettrostatiche possono
anche prodursi fra pav i m e n t o
e calzature dei lavo ra t o ri opera n t i
nei luoghi con rischio d’esplosione
o in prossimità di infiammabili.
Quanto all’egualizzazione del
potenziale elettrico di cui punti a) e
d) dello stesso art .335, su tutte le
masse e le masse estranee relative
ai luoghi pericolosi e del loro collegamento
ad un razionale dispersore
di terra, tale misura non è certamente
limitata a contrastare il fenomeno
delle cariche elettrostatic
h e, ma trattasi di una misura di sicurezza
polivalente contro il ri s c h i o
e l e t t rico in genere. Affinché quella
m i s u ra di sicurezza consistente nel
p o rtare al potenziale di terra tutte le
masse metalliche che, nel linguaggio
usato dalle norme C.E.I. sono
c o n s i d e rate elettricamente “ M a ss
e ”e “Masse Estra n e e ”è però nec
e s s a rio che il dispersore di terra ,
cui devono far capo tutti i nodi
equipotenziali, interessi una zona
di terreno abbastanza vasta e,
q u a l o ra non trattisi di una terra
ANTINCENDIO novembre 1999
FONTI DI INNESCO
DI UN INCENDIO
122
o m n i c o m p r e n s i va, venga elettricamente
separata da altri eve n t u a l i
dispersori di terra e specialmente
da quei dispersori di sov ra t e n s i oni
di altro tipo.
Per la dispersione delle cari c h e
elettrostatiche in prossimità dei
punti di fo rm a z i o n e, operando una
loro neutralizzazione all’ori g i n e, le
tecniche usate preva l e n t e m e n t e
consistono in una razionale umidificazione
dell’aria ambiente. I n
va ri casi si ricorre ad artifici per
p r ovocare fenomeni limitatissimi di
jonizzazione, non certamente privi
di contropartite e difficilmente
compatibili con la presenza di miscele
esplosive.
Non vanno tralasciati, fra le cause
elettriche d’innesco, anche di
p e ricolosissime esplosioni o di clamorosi
incendi, i fenomeni conseguenti
ai guasti negli impianti elett
rici che sono tutt’altro che ra ri negli
impianti approssimativi. Tra t t a s i
di anomalie funzionali o di guasti e
(solo in pochi casi) di reali corti circuiti
di cui parlano spesso non addetti
ai lavo ri e/o il grande pubbl ic
o. In realtà, dette anomalie funzionali
sono imputabili a componenti
degli impianti, difettosa installazione
e soprattutto a carenze
m a nu t e n t i ve più o meno macros
c o p i c h e. Tali guasti generano a
vo l t e, surriscaldamenti concentrati
e scintille in grado di causare l’innesco
di incendi ed esplosioni, anche
in ambienti diversi dai luoghi di
l avoro e dai semplici magazzini o
depositi d’infiammabili.
LE CAUSE ELETTRICHE D’INCENDIO O ESPLOSIONE
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