Il Meccanismo Europeo di Protezione Civile è uno strumento dell’Unione Europea nato per rispondere tempestivamente ed in maniera efficace alle emergenze che si verificano su un territorio interno o esterno all’Unione, attraverso la condivisione delle risorse di tutti gli Stati membri. Fanno parte del Meccanismo Europeo di Protezione Civile i 28 Paesi membri dell’Unione Europea e i 3 Paesi appartenenti all’Area Economica Europea, Norvegia, Islanda e Liechtenstein.
A partire dal 31 gennaio 2012 con la ratifica dell Memorandum of Understanding, la Ex Repubblica Yugoslava di Macedonia (FYROM) è il 32° Stato partecipante al Meccanismo Europeo di Protezione Civile.
A livello europeo la Protezione civile è incardinata nella Direzione Generale Aiuti Umanitari e Protezione Civile (ECHO European Commission – Humanitarian Aid & Civil Protection) della Commissione europea ed è articolata in due unità:
Protezione civile – Risposta alle Emergenze: questa unità si occupa di risposta e cooperazione internazionale, include il Centro di Coordinamento della Risposta all’Emergenza – Ercc. E’ responsabile della gestione delle operazioni dell’Ercc, del CECIS (Common Emergency Communication and Information System) delle missioni degli esperti, della predisposizione dei trasporti, delle azioni di allerta rapida e monitoraggio, dell’approccio modulare.
Protezione civile – Policy, Prevenzione, Preparazione, Mitigazione del Rischio: questa unità, recentemente incardinata nell’area del rischio da disastro, è responsabile dello sviluppo di un quadro comunitario per la prevenzione. Cura le attività di preparazione che includono corsi di formazione dell’Unione Europea, simulazione di esercitazioni, promozione di scambio di esperti, sviluppo di nuovi percorsi formativi, gestione di progetti di prevenzione e preparazione, la direttiva Seveso. Coordina anche le attività di comunicazione e informazione al pubblico e la pianificazione finanziaria per le due unità, nonché l’implementazione del numero unico d’emergenza europeo 112.
Questa struttura è stata realizzata per lavorare al meglio sui diversi stadi della gestione dei disastri e, grazie alla nuova organizzazione, il Meccanismo europeo di protezione civile è in grado di rispondere con maggiore efficacia alle numerose emergenze.
Il metodo
Questo sistema agevola la cooperazione negli interventi di soccorso consentendone il coordinamento. Le varie strategie dell’Unione europea per la cooperazione nel settore della protezione civile non intendono in alcun modo sostituire i sistemi nazionali. Tutte le iniziative sono basate sul principio di sussidiarietà, in base al quale le azioni dell’Unione devono essere sempre intraprese in coordinamento e su richiesta dello Stato colpito. L’azione si realizza attraverso l’invio sul territorio colpito di squadre di esperti nella valutazione e coordinamento e di risorse materiali messe a disposizione dai vari Stati membri (i moduli di protezione civile europei).
Ambito d’intervento
Il Meccanismo interviene in caso di emergenze causate da disastri naturali o legate all’attività dell’uomo, e atti di terrorismo.
Come si attiva
All’interno dell’Unione Europea:
quando uno Stato Partecipante non riesce a fronteggiare una grave emergenza nazionale, può richiedere assistenza agli altri Stati Partecipanti attivando il Centro di Coordinamento della Risposta all’Emergenza – Ercc che, ricevuta la richiesta, informa tutti i Paesi del Meccanismo.
La comunicazione avviene attraverso il CECIS, che permette un dialogo immediato tra i Centri operativi h24 degli Stati. All’interno di questo sistema, compaiono le richieste dello Stato colpito e le relative offerte di assistenza da parte dei Paesi che decidono di intervenire. Attraverso il CECIS tutti gli Stati partecipanti sono informati e aggiornati sull’andamento dell’emergenza fino alla sua conclusione. La tipologia di intervento varia a seconda dell’evento. L’Ercc agevola quindi la mobilitazione di squadre di valutazione e/o di coordinamento, esperti, di moduli di protezione civile e assicura il co-finanziamento del trasporto dell’assistenza offerta dagli Stati partecipanti, lasciando comunque la direzione degli interventi di soccorso allo Stato richiedente.
Al di fuori dell’Unione europea:
il Meccanismo può essere attivato attraverso una richiesta di assistenza all’Ercc da parte del Paese colpito. In questi casi, l’Alto Rappresentante per gli Affari Esteri e la politica estera insieme allo Stato Membro che detiene la Presidenza del Consiglio Europeo, coordina la risposta politica di concerto con la Commissione. Si garantisce così il collegamento con il Paese colpito, facilitando il rapido dispiegamento dei soccorsi comunitari, soprattutto nelle prime ore dall’evento.
Nel caso in cui siano presenti le Nazioni Unite, queste ultime detengono il ruolo di guida delle operazioni. L’attività, svolta dalla Direzione Generale per gli Aiuti Umanitari e Protezione Civile della Commissione Europea (ECHO European Commission – Humanitarian Aid & Civil Protection) avviene in stretta collaborazione con l’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari – OCHA.
Centro di Coordinamento di Risposta all’Emergenza – Ercc
Il Centro di Coordinamento di Risposta all’Emergenza – Emergency Response and Coordination Centre – ERCC, rappresenta la componente operativa in grado di reagire immediatamente 24 ore su 24.
E’ il cuore operativo del Meccanismo ed è collocato fisicamente all’interno dell’Unità di Protezione Civile – Risposta alle Emergenze incardinato nella Direzione Generale per gli Aiuti Umanitari e Protezione Civile della Commissione Europea (DG-ECHO).
Il Centro è funzionante 24 ore su 24 e fornisce ai Paesi partecipanti l’accesso ad una piattaforma informatica comunitaria di protezione civile: il CECIS – Common Emergency Communication and Information System- che è in grado di comunicare e di scambiare informazioni tra l’Ercc e i punti di contatto nazionali degli Stati Membri.
L’ERCC prevede inoltre:
• lo sviluppo di sistemi di rilevamento e di allerta rapida per le catastrofi che possono colpire il territorio degli Stati membri, al fine di permettere ai Paesi di rispondere rapidamente;
• il sostegno per ottenere l’accesso alle risorse di attrezzature e di trasporto;
• il sostegno all’assistenza consolare per i cittadini dell’UE in situazioni di emergenza grave in Paesi terzi ove le autorità consolari degli Stati membri ne facciano richiesta;
• l’integrazione del trasporto fornito dagli Stati membri finanziando risorse di trasporto supplementari necessarie per garantire una risposta rapida alle emergenze gravi;
• lo sviluppo di moduli di protezione civile, ovvero unità specializzate di intervento composte da personale, mezzi e attrezzature messi a disposizione dai Paesi membri e “confezionati” secondo la funzione da svolgere e secondo specifici criteri.
Sistema Comune Comunicazione Informazione in Emergenza – Cecis
Il Sistema Comune di comunicazione e Informazione in Emergenza ha il compito di facilitare le comunicazioni tra l’Ercc, e le Autorità Nazionali.
E’ un sistema informatico gestito direttamente dall’Ercc a Bruxelles, che permette un dialogo immediato ed efficace tra i Centri operativi h24 degli Stati membri. All’interno di questo sistema, compaiono le richieste dello Stato colpito e le relative offerte di assistenza da parte dei Paesi che decidono di intervenire. Attraverso il Cecis, inoltre, tutti gli Stati membri sono sempre informati ed aggiornati sull’andamento dell’emergenza fino alla sua conclusione.
Programma di formazione
Nell’ambito del programma di formazione, l’Italia è entrata a far parte del network dei centri europei di formazione di protezione civile. Dal 2004 la Commissione europea offre la possibilità agli esperti di protezione civile dei Paesi partecipanti di frequentare alcuni corsi di formazione organizzati in Europa dal network dei centri europei di formazione di protezione civile.
I corsi mirano a formare gli esperti che potranno partecipare agli interventi di assistenza del Meccanismo, sia in Europa sia in Paesi terzi.
La Commissione europea gestisce un programma di formazione in materia di prevenzione, preparazione e risposta all’emergenza. Il programma comprende corsi comuni e un sistema di scambio di esperti.
L’obiettivo generale è potenziare il coordinamento, la compatibilità e la complementarietà tra le risorse dei paesi e migliorare le competenze degli esperti di protezione civile degli Stati partecipanti.
I corsi comuni di formazione sono rivolti agli esperti di protezione civile che potranno partecipare agli interventi di assistenza del Meccanismo, sia in Europa sia in paesi terzi.
I corsi di formazione sono articolati in tre livelli principali: introduttivo, operativo e gestionale. Le lezioni, svolte in lingua inglese, sono sia teoriche che pratiche, alternando sessioni frontali con lavori di gruppo. Sono, inoltre, previste delle esercitazioni, table top o di campo, attraverso le quali gli esperti esercitano le proprie capacità, competenze e conoscenze simulando di lavorare come membri di una squadra di valutazione e/o di coordinamento mobiliata nell’ambito del Meccanismo.
I corsi, finanziati dalla Commissione europea, sono organizzati in Europa da una rete di centri di formazione di protezione civile, di cui anche l’Italia ne è parte.
Dal giugno 2012, il Dipartimento della Protezione Civile è leader del consorzio costituito insieme all’Emergency Planning College del Cabinet Office del Regno Unito, alla protezione civile della Croazia, alla Scuola Superiore Sant’Anna ed alla Società Studiare Sviluppo.
Il consorzio è impegnato nello sviluppo e nell’organizzazione di corsi introduttivi sul Meccanismo europeo di protezione civile. Per ogni ciclo della durata di un anno, 5 sono i corsi che si svolgono in Italia – a Roma presso la Scuola Superiore dell’Amministrazione dell’Interno, 3 i corsi realizzati nel Regno Unito – a York presso l’Emergency Planning College del Cabinet Office – e altri 3 in Croazia – a Spalato presso lo Specialist Training Centre della protezione civile croata.
Nel periodo 2009-2012, il Dipartimento ha partecipato ad un’analoga iniziativa di formazione europea insieme alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, capofila del consorzio, e il Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile.
Lo scambio di esperti consente al personale qualificato di protezione civile di approfondire, condividere esperienze e conoscenze in settori specifici. Esperti dei sistemi nazionali possono essere distaccati temporaneamente presso amministrazioni degli altri Paesi partecipanti al Meccanismo per avere un’esperienza diretta e acquisire una conoscenza più approfondita del funzionamento e delle procedure del sistema di protezione civile in vigore nel paese ospitante.
In questo ambito il Dipartimento cura i contatti con gli organizzatori del progetto scambio di esperti, sia per le candidature di quelli italiani sia per quelle degli esperti stranieri interessati a venire in Italia, nell’ambito di questa attività.
Le esercitazioni
Le esercitazioni sono organizzate a livello comunitario, e hanno lo scopo di testare la cooperazione e l’efficienza nella gestione delle operazioni di soccorso delle squadre dei Paesi partecipanti. Durante lo svolgimento delle esercitazioni vengono inoltre valutate l’efficacia e la validità di un modello di intervento per fronteggiare un’emergenza grave, i piani, le procedure decisionali e la gestione dell’informazione.
Consentono, inoltre, agli esperti chiamati ad intervenire in un’emergenza reale, di misurare le proprie capacità, di acquisire esperienza e la giusta dimestichezza per operare sul campo.
L’esercitazione diventa un momento fondamentale in quanto permette la sperimentazione di forme collaborative tra i vari sistemi nazionali di protezione civile, chiamati a cooperare in caso di disastri in un Paese europeo o in Paesi terzi.
Le simulazioni a livello europeo sono organizzate dagli Stati partecipanti la cui proposta viene accettata dalla Commissione europea attraverso le calls for proposals.
Le esercitazioni organizzate da consorzi composti da diversi Stati Membri sono concepite come test che hanno l’obiettivo di stabilire una conoscenza comune di cooperazione negli interventi di protezione civile e di accelerare la risposta durante le principali emergenze. Queste esercitazioni forniscono un’opportunità di apprendimento per tutti i soggetti coinvolti nelle operazioni coordinate dal Meccanismo e di rafforzare la cooperazione operativa tra loro.
Dal magazine Protezione Civile anno 4. N. 14, “Una ulteriore analisi dei nuovi aspetti della normativa europea, in vigore dal 1° Gennaio 2014”, intervista al Dirigente del Servizio Relazioni Internazionali, Luigi D’Angelo, pp. 30 – 31.
Una nuova programmazione finanziaria 2014-2020. potrebbe darci una visione d’insieme delle cifre e dei principali beneficiari?
“(…) Possiamo dire che i numeri sono fortemente indicativi dell’importanza crescente della protezione civile a livello europeo. Si passa dai circa 190 milioni di Euro della precedente programmazione finanziaria (2007-2013) ai 368 milioni di Euro della programmazione 2014-2020. Quasi il doppio del finanziamento in un settore che è divenuto una politica dell’Unione dopo il Trattato di Lisbona, proprio in virtù di un aumento evidente dei disastri negli ultimi dieci anni sia a livello europeo che globale. Le opportunità sono molte per gli Stati membri a tutti i livelli da quello locale, a quello territoriale intermedio, fino a quello nazionale. Ma perché tutti possano beneficiarne al meglio, sarà cruciale il coordinamento a livello nazionale nell’ambito di una visione comune e partecipata di protezione civile vissuta come sistema e servizio al cittadino. In ultima istanza, dunque, i beneficiari finali saranno i cittadini europei, sia quando si trovano nel proprio Paese d’origine sia quando viaggiano all’estero, in Europa e perfino in Paesi più remoti”.
Azioni finanziabili
Sono ammesse a beneficiare dell’assistenza finanziaria le seguenti azioni generali volte a potenziare la prevenzione, la preparazione e l’efficacia della risposta alle catastrofi:
• studi, indagini, modelli e sviluppo di scenari intesi a facilitare la condivisione di conoscenze, migliori prassi e informazioni;
• formazione, esercitazioni, workshop, scambio di personale ed esperti, creazione di reti, progetti di dimostrazione e trasferimento di tecnologie;
• attività di monitoraggio, stima e valutazione;
• informazione, educazione e sensibilizzazione dell’opinione pubblica e connesse attività di divulgazione intese a coinvolgere i cittadini nella prevenzione e nella riduzione al minimo degli effetti delle catastrofi nell’Unione e mettere i cittadini dell’Unione in condizione di tutelarsi più efficacemente e in maniera sostenibile;
• elaborazione e svolgimento di un programma dedicato alle lezioni apprese da interventi ed esercitazioni nell’ambito del Meccanismo Unionale, anche in settori rilevanti per la prevenzione e la preparazione;
• attività e misure di comunicazione volte ad accrescere la consapevolezza dell’operato della protezione civile degli Stati membri e dell’Unione in materia di prevenzione, preparazione e risposta alle catastrofi.
Azioni di prevenzione e preparazione ammissibili
Sono ammesse a beneficiare dell’assistenza finanziaria le seguenti azioni di prevenzione e preparazione volte a:
• cofinanziare progetti, studi, workshop, sondaggi e azioni e attività analoghe;
• cofinanziare le cosiddette “peer review” equivalenti a missioni di valutazione, effettuate da esperti nel settore della gestione del rischio, in quegli Stati Membri che volontariamente aderiscono all’iniziativa;
• mantenere la piena funzionalità dell’ERCC;
• preparare la mobilitazione e l’invio di squadre di esperti e sviluppare e mantenere una capacità di intervento tramite una rete di esperti formati a tale scopo provenienti dagli Stati membri;
• creare e mantenere il CECIS e gli strumenti che consentono la comunicazione e lo scambio di informazioni tra l’ERCC e i punti di contatto degli Stati membri e di altri partecipanti nell’ambito del meccanismo unionale;
• contribuire allo sviluppo di sistemi transnazionali di rilevamento, allerta rapida e allarme di interesse europeo per consentire una risposta rapida nonché promuovere l’interconnessione tra sistemi nazionali di allerta rapida e di allarme e la loro connessione con l’ERCC e il CECIS. Questi sistemi tengono conto di e si basano sulle fonti e sui sistemi di informazione, monitoraggio o rilevamento esistenti e futuri;
• pianificare operazioni di risposta nell’ambito del meccanismo unionale;
• supportare le attività di preparazione;
• individuare le carenze dell’EERC e sostenere gli Stati membri nel far fronte a tali carenze cofinanziando nuovi mezzi di risposta, fino a un massimo del 20 % dei costi ammissibili, a condizione che:
– la necessità di nuovi mezzi sia confermata da valutazioni dei rischi;
– il processo di individuazione delle carenze (articolo 12 ) deve essere dimostrato dagli Stati membri che non dispongono di tali mezzi e che tali mezzi siano sviluppati dagli Stati membri o singolarmente o in consorzio;
– l’impegno dei mezzi nel pool volontario per un periodo minimo di due anni;
– il cofinanziamento di questi mezzi deve essere economicamente vantaggioso.
– dove opportuno, la preferenza è accordata ai consorzi di Stati membri che cooperano per un rischio comune;
• garantire la disponibilità del supporto logistico per le squadre di esperti;
• facilitare il coordinamento del preposizionamento, da parte degli Stati membri, dei mezzi di risposta alle catastrofi all’interno dell’Unione;
Azioni di risposta ammissibili:
Sono ammesse a beneficiare dell’assistenza finanziaria, in caso di attivazione del Meccanismo, le seguenti attività:
• invio di squadre di esperti e di relativo supporto logistico;
• cofinanziamento delle spese di trasporto sostenute dagli Stati membri;
• adozione di altre necessarie azioni complementari e di supporto al fine di facilitare il
coordinamento della risposta nel modo più efficace possibile.