Come vigile del fuoco, devi preoccuparti della forma fisica. Essere in forma significa avere la forza necessaria per svolgere il proprio lavoro. Significa anche che hai la resistenza per completare i compiti assegnati. Potresti pensare, non voglio sembrare un bodybuilder o, non voglio vivere di frullati proteici per il resto della mia carriera. Non è quello che sto dicendo. Quello di cui sto parlando è un livello generale di forma fisica che ti prepara a fare il tuo lavoro e rimanere il più sano possibile.
Mantenere un peso sano è una parte importante della forma fisica generale. Puoi farlo osservando ciò che mangi ed esercitandoti moderatamente. Non devi necessariamente evitare quei pasti dei vigili del fuoco o trascorrere il tuo tempo libero correndo maratone. Devi regolare quanto mangi durante quei pasti e fare una passeggiata veloce quando torni a casa può fare miracoli.
Il personale che mantiene una solida base di fitness tende ad essere più sano in generale. Non ti piace ammalarti? Prova ad allenarti un po’ di più e ad aggiungere più frutta e verdura alla tua dieta. Hai difficoltà a dormire? Anche l’esercizio fisico può migliorare il sonno.
Non dimenticare che i muscoli che sono abituati a essere sollecitati durante l’esercizio generale avranno maggiori probabilità di funzionare correttamente sulla scena dell’emergenza. Ciò significa meno dolore e disagio dopo un incendio e meno possibilità di stiramenti, distorsioni e strappi ai principali gruppi muscolari.
Se ancora non riesci a convincerti che devi muoverti di più, considera di ingannare un po’ il tuo cervello. Organizza alcuni esercizi intorno alla caserma dei pompieri che imitano le attività della scena di emergenza. Sfida la tua squadra a partecipare o semplicemente a renderlo parte della normale routine di allenamento. In sostanza, potresti essere in grado di prendere due piccioni con una fava e ottenere allo stesso tempo un allenamento efficace e un lavoro di fitness.
Non devi essere in grado di eseguire le distensioni su panca due volte il tuo peso corporeo o di correre come Bolt. D’altra parte, se hai difficoltà a salire una rampa di scale o a raccogliere strumenti per l’estricazione, è il momento di rimetterti in forma. Oggi è il giorno per iniziare a mangiare meglio e a muoversi di più. Il tuo corpo ti ringrazierà. La tua famiglia ti ringrazierà. E i tuoi colleghi ti ringrazieranno.
Nel 2001 è stato pubblicato il rapporto sugli infortuni
professionali nel Corpo nazionale dei vigili del fuoco
del 1999, da cui si evince che nell’anno preso in
esame si sono registrati 2.320 infortuni tra i vigili
del fuoco italiani, per un totale di 39.470 giorni
complessivi di assenza dal lavoro.
Calcolando un costo medio di 150.000 lire per un
giorno di lavoro, si ottiene un aggravio di spesa di
circa sei miliardi (!) di vecchie lire per l’ammini-
strazione, per il solo anno solare 1999. Nelle con-
siderazioni conclusive del rapporto inoltre, si
mette in risalto come “troppi infortuni mostrano una
dinamica apparentemente banale (nello scendere dal
mezzo…, nel correre per raggiungere il mezzo…,
nello scendere le scale della sede …, e così via).
Tale dato non può non far pensare ad una scarsa effi-
cienza fisica.” (Ricci, Ravagnani, 2001). Questi dati ci
inducono quindi a riflettere sul fatto che la relazione
esistente tra efficienza fisica e prevenzione degli
infortuni e dei traumi non sia un’idea così consolidata
come si potrebbe pensare. In effetti, nonostante si
siano fatti passi avanti negli ultimi anni, anche tra gli
stessi addetti ai lavori vi sono coloro i quali non sono
pienamente convinti che il mantenimento di un
minimo grado di efficienza fisica per il vigile del
fuoco sia indispensabile per prevenire gli infortuni e
per garantire la sicurezza del moderno operatore
del soccorso urgente in intervento. Noi riteniamo
invece che un elevato grado di efficienza fisica sia
conditio sine qua non per il vigile del fuoco il quale
– anche e soprattutto nell’immaginario collettivo –
evoca un’idea di forza fisica, di prontezza di riflessi,
di resistenza alla fatica, di agilità e destrezza, nonché
di persona dotata di elevato autocontrollo, di
coraggio, di spirito di sacrificio ed abnegazione.
Pertanto, uno degli obiettivi irrinunciabili nella forma-
zione – permanente e ricorrente – degli operatori
del soccorso urgente deve essere il raggiungimento
(ed il mantenimento nel corso degli anni !) almeno
di un sufficiente grado di efficienza fisica.
E’ per tali motivi che una valutazione periodica, su vasta
scala, del personale operativo VVF – in analogia a
quanto avviene già in altri paesi europei e non – non può prescindere dall’individuazione di specifiche
norme di riferimento.
SCOPO DELLA RICERCA
Attraverso questo lavoro è stata sperimentata una
modalità di trattamento ed elaborazione dei dati
rilevati attraverso test di valutazione. Ciò al fine di
individuare delle norme di riferimento per la valuta-
zione dello stato di “fitness” (termine inglese tradotto
in italiano come “efficienza fisica”) del personale
operativo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
L’elaborazione statistica è stata fatta sui dati rilevati
somministrando una batteria di test di valutazione
funzionale1 miranti a verificare il grado di efficienza
fisica del campione preso in esame.
Il concetto di fitness contempla cinque componenti:
1. la forza muscolare;
2. la resistenza muscolare (o endurance muscolare);
3. la resistenza cardiorespiratoria (e quindi le
componenti aerobiche della resistenza e l’efficienza
del sistema cardiocircolatorio);
4. la flessibilità;
5. la composizione corporea.
Ognuna di queste componenti ha un suo ruolo
nel mantenimento del grado di efficienza fisica, e
tutte dovrebbero essere periodicamente verificate
attraverso test specifici. Nel nostro studio abbiamo
utilizzato una batteria di test validati e già codificati
(sistema Microfit, utilizzato per gli stessi scopi anche
negli USA), integrandola, per le nostre specifiche
esigenze, con altri comuni test da campo (cfr. con
materiali e metodi).
L’analisi ed il trattamento dei dati ci ha permesso
di elaborare delle norme di riferimento, da poter
utilizzare per valutare il grado di efficienza fisica
del personale operativo VVF (cfr. con materiali e
metodi).
MATERIALI E METODI
Ad un campione di 134 vigili del fuoco dell’area
operativa, in servizio presso i comandi provinciali
di Sassari, Como e Lecco, [età compresa tra i 26
ed i 53 anni (età media = 39,6 ± 6,6; statura in
cm = 174.1 ± 5,5; peso in kg = 78.5 ± 9,7; BMI
(kg/m 2) = 25.9 ± 2.8), come riepilogato nella
tabella e nel grafico] sono stati somministrati i test
di valutazione funzionale previsti dal sistema computerizzato “microfit”, rilevando i seguenti parametri:
1. pressione arteriosa e frequenza cardiaca;
2. peso corporeo;
3. percentuale massa grassa (tramite plicometria,
effettuata con “plicometro digitale”);
4. forza dei muscoli flessori degli arti superiori
(tramite dinamometria);
5. Flessibilità del busto (sit&reach, tramite “fles-
sometro elettronico”).
Gli altri test somministrati al campione in questione
sono stati i seguenti:
6. “I.R.I. test” (indice rapido d’idoneità, per la
valutazione dell’efficienza del sistema cardio-
respiratorio);
7. Valutazione della “endurance muscolare”(o
forza resistente) dei seguenti distretti muscolari:
7a. addominali (tramite il numero massimo di
ripetizioni in un minuto dell’esercizio denominato
“sit-up”, eseguito su apposita panca per addominali);
7b. estensori arti inferiori (tramite il numero massimo
di ripetizioni in un minuto dell’esercizio denominato
“mezzo squat”, eseguito al multipower con un carico
pari al 50% del peso corporeo);
7c. estensori arti superiori (tramite il numero
massimo di ripetizioni in un minuto dell’esercizio
denominato “bench press”, eseguito al multipower
con un carico pari al 50% del peso corporeo).
Per il protocollo dei vari test utilizzati, si rimanda
alla letteratura specifica in bibliografia.
I dati – rilevati sulla totalità del campione, composto da
134 soggetti – sono stati riportati su un foglio elet-
tronico, trattati ed elaborati (utilizzando il software
excel ’97 per windows) al fine di ottenere per ogni
parametro:
valore massimo e valore minimo (e relativo
campo di variazione);
valori medi e deviazioni standard;
valori mediani;
tabelle quartili;
tabelle percentili.
La stessa elaborazione è stata inoltre fatta suddivi-
dendo il campione per fasce d’età.
Riteniamo che, mentre per i parametri relativi alla
statistica descrittiva non sia necessaria alcuna spie-
gazione, una precisazione ed un minimo approfon-
dimento meritano le tabelle quartili e percentili.
Esse rappresentano uno strumento statistico attra-
verso il quale si può “procedere all’interpretazione
dei valori per ciascun singolo individuo poiché ci
informa della sua posizione relativa tra altri soggetti
con caratteristiche omogenee” (Madella, 1986). In
pratica ci permettono di confrontare i risultati di
determinati test, collocandoli in una scala di valori percentuali, per cui – confrontando un qualsiasi
risultato con la tabella dei percentili – si ha imme-
diatamente l’idea di come si pone il soggetto in
esame nell’ambito del campione esaminato.
La differenza tra i due tipi di tabelle consiste solo
nell’accuratezza della discriminazione: mentre
utilizzando i quartili (che rappresentano una sem-
plificazione dei percentili) noi otteniamo come
riferimenti cinque valori (lo 0 % – che corrisponde
al valore minimo – il 25 %, il 50 % – che corrisponde
al valore medio – il 75 % ed il 100 % – cioè il valore
massimo), con le tabelle percentili da noi elaborate
abbiamo tutti i valori corrispondenti al 1°, 5°,
10°, 20°, 30°, 40°, 50°, 60°, 70°, 80°, 90°, 95° e 99°
percentile.
CONCLUSIONI
Al termine di questo lavoro ed in base alle risultanze
di questo studio possiamo trarre le seguenti
conclusioni:
questa indagine mirava a sperimentare una
metodologia di trattamento ed elaborazione dei
dati statistici – rilevati attraverso la somministrazione
di una batteria di test – per valutare il grado di
efficienza fisica del personale operativo VVF.
Riteniamo che tale obiettivo sia stato raggiunto in
quanto l’elaborazione dei dati ha portato alla
creazione di tabelle riepilogative di statistica
descrittiva, nonché a tabelle di quartili e percentili,
individuando delle norme di riferimento specifiche,
utilizzabili per la valutazione dello stato di efficienza
fisica del personale operativo del Corpo nazionale
dei vigili del fuoco. Ribadiamo, in sede di conclusioni,
l’intenzione già espressa di estendere lo studio ad
un campione più numeroso e rappresentativo in
un prossimo futuro, anche per l’individuazione di
standard minimi di efficienza fisica per il personale
operativo, in previsione di una somministrazione
periodica di test di valutazione;
alla luce del confronto con le norme di riferi-
mento utilizzate in questo lavoro, possiamo affermare
che il livello medio di efficienza fisica del campione
preso in esame è ampiamente suscettibile di
miglioramento, e che ciò è oltremodo auspicabile
in quanto – incrementando il livello di fitness dei
nostri vigili del fuoco – aumenterebbe il livello di
sicurezza degli operatori del soccorso urgente.
Riteniamo infatti che un minimo livello di efficienza
fisica sia essenziale per garantire – in primis – la
sicurezza del lavoratore durante lo svolgimento dei
suoi compiti istituzionali, nonché per consentirgli di
collaborare attivamente ed efficacemente con i
compagni della squadra, nel prestare soccorso
nella maniera più rapida e sicura. Un primo passo quindi, potrebbe essere quello di incentivare
(tramite strumenti amministrativi) ed agevolare
(con il potenziamento del patrimonio di strutture
ed attrezzature ad hoc) il diritto – dovere al
“mantenimento fisico”. Il passo successivo sarebbe
quello di organizzare capillarmente – anche per i
più piccoli distaccamenti – e monitorare periodi-
camente l’attività fisica svolta dal personale
operativo VVF. Riteniamo inoltre che, contempo-
raneamente, debba essere incentivata qualsiasi
iniziativa tesa a promuovere un sano stile di vita,
attraverso la diffusione – a tutti i livelli – delle
norme base sul comportamento alimentare e sui
benefici dell’attività fisica;
a tal proposito ricordiamo che la pratica
regolare di una moderata attività fisica:
rende il muscolo cardiaco più forte ed efficiente,
determinando il miglioramento della funzione
cardio-respiratoria; migliora il tono ed il trofismo
muscolare; incrementa la resistenza organica
generale; aiuta nella riduzione del pannicolo adiposo
(il grasso superfluo) e nella gestione del peso
corporeo; permette di regolarizzare l’appetito e
le funzioni digestive; aiuta a normalizzare la pres-
sione arteriosa e le funzioni endocrine; riduce il
colesterolo LDL (quello “cattivo”) ed incrementa il
colesterolo HDL (il cosiddetto “spazzino delle
arterie”); è un valido ausilio nella prevenzione
delle degenerazioni osteo-articolari (artrosi,
artrite, osteoporosi, ecc.); stimola il sistema
immunitario; potenzia l’apparato locomotore
(muscoli, ossa, tendini e legamenti); induce un
migliore controllo sullo stress ed una maggior
stima e fiducia in sé stessi;
teniamo infine a sottolineare come la pratica
di una moderata attività fisica associata ad un
corretto regime alimentare, porterebbe in tempi
brevi ad un incremento del metabolismo basale,
ad un calo di peso reale (con effettiva riduzione
della massa grassa), ad un miglioramento del-
l’efficienza cardio-circolatoria e della resistenza
organica generale. Tutto ciò sta a significare in
termini estremamente pratici:
una maggiore resistenza alla fatica con conse-
guente maggior lucidità e capacità di discrimina-
zione in situazioni d’emergenza;
il rientro nei valori di normalità statistica del
B.M.I., della percentuale di grasso e della frequenza
cardiaca nell’I.R.I. test;
un incremento dei livelli di forza e resistenza
muscolare;
una maggiore flessibilità;
in definitiva un miglioramento del grado di fitness.