Per molti anni, l’equipaggiamento di un pompiere è stato direttamente correlato alla percezione o all’immagine di un certo livello di spavalderia.
All’inizio degli anni ’90, come era stato per molti anni prima, l’attrezzatura da intervento di tutti i pompieri era ugualmente sporca. Ma i nostri elmi erano unicamente nostri e sembravano mantenere un diverso livello di attenzione per i nostri coetanei. Più l’elmo era sporco, più devo aver lavorato duramente. I più scaramantici dicevano “Se lavi/pulisci il tuo casco, avrai sicuramente un impatto negativo sulle tue possibilità di prendere un altro incendio nel prossimo futuro”.
Oggi chiamiamo questa percezione distorta “Sindrome dell’elmo sporco”. Perché una sindrome? È un modello di sintomi, una combinazione di una varietà di opinioni, emozioni e comportamenti. Fortunatamente, tutti siamo diventati più informati sui pericoli che hanno accompagnato la “sindrome”. Stiamo lentamente abbandonando le cattive pratiche e iniziato ad incoraggiare una migliore manutenzione dei nostri dispositivi di protezione sempre così importanti, compresi i nostri ambiti elmetti.
SPARGI LA VOCE PER FARE IL CAMBIAMENTO
La buona pratica di pulizia e lavaggio delle attrezzature e di tutti i dpi e la conoscenza dei rischi cancerogeni associati agli attrezzi sporchi migliorano la salute degli operatori vigili del fuoco.
DOVE SI PUÒ MIGLIORARE?
Dotare le singole sedi di servizio di stazioni di lavaggio dei dpi.
Due caschi: il corpo nazionale di vigili del fuoco non fornisce al nostro personale due caschi da scambiare mentre l’altro viene pulito adeguatamente.
Calotta interna: la calotta interna di un casco è esposta agli stessi agenti cancerogeni aggressivi della calotta esterna del casco. Per coloro che cercano di mantenere pulito il loro guscio esterno, si trovano di fronte alla realtà del loro guscio interno che continua ad avere gli stessi detriti pericolosi nei tessuti della parte che viene a contatto con la nostra testa. Spesso sono inutili i tentativi di chi sceglie di risciacquare/lavare il rivestimento della calotta interna. Ciò si traduce in genere in un rivestimento esterno dall’odore acre che fa promettere a chiunque di non farlo mai più. I vigili del fuoco in genere non lavano il rivestimento del guscio interno per evitare l’odore acido di un tessuto scarsamente essiccato.