Questo dispositivo usato in tutto il mondo è nato in Germania circa 20 anni, fà dall’Ufficiale Tedesco Dr.
Michael Reick. Questo dispositivo è ampiamente usato in gran parte d’Europa ed USA. In Italia per quanto in mia conoscenza è impiegata soltanto nel C.do di Trento e di Milano.
La coperta antifumo è una opzione tattica che ci permette di controllare quello che è chimato il flow Path in inglese, attraverso la porta di entrata al compartimento coinvolto, ossia il flusso di aria che alimenta un incendio ed il fumo che esce dalla stesso, contaminando con pericolosi gas di combustione atri e scale.
Come è fatta:
Si tratta di un supporto metallico espandibile in alluminio collegato alle due estremita, con un pistone espandibile manualmente. La coperta antifumo, con una resistenza REI 60 (ed oltre a detta dell’inventore a calore convettivo), é collegata al supporto metallico tramite un velcro che ne permette la facile rimozione per la pulizia o reintegro se danneggiata. Il dispositivo con la coperta annessa è inpacchettato al’interno di una valigetta morbida con tracolla per il trasporto. Essa è applicabile su di una porta in meno di 20 secondi.
La coperta è espandibile da 70 cm fino a 100 cm. Vi sono coperte più granti espandibili fino a 150 cm. Nella foto sotto vediamo la coperta antifumo ed il Dr Michael Reick.
Figura 1,2,3 – Doppia smoke curtain a contrasto su porta REI doppia, Michael Reick che spiega la smoke curtain, Smoke curtain chiusa nella borsa
Perchè applicarala:
La coperta antifumo è una opzione tattica che ci permette di controllare quello che è chimato flow Path, attraverso la porta di entrata al compartimento coinvolto, ossia il flusso di aria che alimenta un incendio ed il fumo che esce dallo stesso compartimento. Il Flow Path può essere bidirerezionale o unidirezionale.
L’unidirezionale potrebbe spingere dall’esterno verso l’interno cioè dalla finestra aperta verso la porta aperta e contaminare poi, con i pericolosi gas di combustione, atri e/o scale. Il flusso bidirezionale invece potrebbe essere dalla finestra (all’esterno nessun problema) o dalla porta interna e qui avremo una contaminazione di atri e/o scale.
Quando i pompieri compiedo l’azione di forzatura della porta di accesso al compartimento, deliberatamente e per ovvie ragioni creano quella che è chiamata una breccia nella compartimentazione. L’incendio ed il pericoloso fumo non è più confinato nel compartimento e comincia invece la sua propagazione in luoghi come atri o/e scale. Questa azione di fatto inabilita gli occupanti sopra l’incendio e/o nell’atrio comune di essere “intrappolati” nei propri appartamenti fino a che i pompieri rendono sicura la loro libera circolazione.
In uno studio Olandese il fumo che esce da un appartamento inabilita l’intero pianerottolo in circa 7min
(Smoke propagation in residential buldings).
Figura 4,5 – Documento Olandese – Smoke propagation in residetial building
In alcuni stabili come ad esempio i grattacieli ad uso di civile abitazione, oltre una certa altezza vi è una politica antincendio detta “stay put strategy” questa aiuta i pompieri nel limitare la circolazione delle persone sia nella scala (anche se doppia) che nei corridoi di accesso ad atri con altre abitazioni e viene comunicata (dai pompieri o da addetti di sorveglianza dello stabile) tramite apparati di allarme vocale detti EVAC, gli apparati di comunicazione EVAC sono obbligatori in edifici oltre gli 80m. Lo stesso apparato viene utilizzato per diffondere importatnti messaggi, come l’evacuazione.
Questa politica però non è attuabile in tutti quegli edifici che non hanno un sistema di comunicazione e la gente può deliberatamnete muoversi nelle scale o atri o dove dove i vigili del fuoco devono creare brecce per attaccare il fuoco e contaminare la scala per accedere al compartimento coinvolto.
Figura 6 – Un Civile che intraprende, in autonomia, l’evacuazione dall’edificio, durante l’attacco – Courtesy – Michael Reick
Ma il problema perviene anche la dove vi sia la tattica di rimanere nelle abitazione (stay put strategy) come nei grattacieli oltre gli 80m. Le persone possono prendere la decisione di evacuare personalmente se non si sentono al sicuro e cominciare a muoversi nell’edificio, scendendo poi le scale. A questo punto mantenere tutte le compartimentazioni sgombre dal fumo sarà la nostra priorità per la pubblica sicurezza. Importante comprendere che quando si ha una scala compromessa dal fumo in un edificio multiabitativo, passiamo da una fase di attacco al fuoco ad una fase di soccorso a persone. L’uso della coperta antifumo ci aiuta nel mantenere le compartimentazioni comunicanti tra i piani e sopratutto la scala, sgombre dal fumo, ma non solo!
La coperta antifumo inoltre, ci aiuta anche sotto la sicurezza del pompiere. Nell’accedere al compartimento
incendiato, il fumo fuoriesce dal compartimento e risucchia aria fresca dalla parte di sotto pressione, quindi
l’incendio comincia nuovamente a bruciare in maniere più efficiente, sprigionando più potenza in MW. Il fuoco brucia il combustibile in rapporto alla quanta d’aria che ha a sua disposizione, secondo la regola Thornton che si quantifica in 13Mj per ogni kg di ossigeno consumato. Il compartimento una volta aperto passa dal 5% di ossigeno al 21% dell’ambiente esterno che fluisce all’interno, tramite la zona di sottopressione, questo incrementa notevolmente la combustione e se la combustione aumenta, molta più energia viene rilasciata (HRR – Heat Rate Relise) ed in risposta a questo vi dovrà essere una portata in L/min più alta per l’estinzione. Applicando sulla porta di accesso la coperta antifumo si ridurra la quantità di ossigeno disponibile per l’incendio, limitandone la crescita e lo sviluppo e di conseguenza rimanere nella dimensione o fase trattabile dalla lancia che il pompiere ha selezionato per l’attacco (questa non dovrebbe essere inferiore a 450 L/min). L’azione di contenimento dell’energia rilasciata dall’incendio o di aria che si introduce all’interno (dipende dai punti di vista), viene oggi comunemenete applicato, chiudendo la porta sulla tubazione di attacco, ma anche usando questa tecnica secondo i laboratori UL-Uderwrited laboratory vedi link https://www.youtube.com/watch?v=2yX9hcdR5cI (oggi FSRI – Fire Safty Research istitute) il quantitativo di aria che entra nell’incendio porta al flashover solo con un leggero ritardo rispetto ad avere la porta aperta totalmente e comunque il fumo fuoriesce contaminando la scala e/o atrio.
Figura 7;8 – Foto in sequeza della contaminazione del fumo nell’atrio durante l’attacco – courtsy Youtube
Un’altro aspetto importante nella sicurezza del pompiere, applicando la coperta antifumo, l’atrio rimane pulito, assicurando una ottima visuale della zona rossa dove poi si può trasportare attrezzature come ventilatori o altro senza l’ausilio di autorespiratori, dato che l’ambiente non ha un’atmosfera compromessa.
Come ultima nota ma non meno importante nelle ultime fasi dell’intervento, durante le operazioni di smassamento ed il continuo passaggio di persone (squadre NIA, Cambi, attrezzature), richiede aperture frequenti della porta, continuando a compromettere le condizioni degli inquilini sopra l’incendio.
Come ultimo fattore pro all’uso della coperta antifumo, il dannengiamento da fumo dei locali non affetti dall’incendio viene evitato con un ottimo impatto sullo stabile. Lo stesso danneggiamento d’acqua viene limitato, dato che la potenza dell’incendio rimane contenuata.
Figura 9 Si vede la netta differenza di danneggiamento tra l’interno e l’esterno (courtesy – Michael Reick)
Dove possiamo applicarla:
In tutte le porte che esse si aprino verso l’interno (posizione ottimale di sicurezza), o verso l’esterno ossia verso di noi. In quest’ultimo caso se si apre verso di noi, dobbiamo avere più accortezze, perchè non saremo protetti dalla coperta, ossia dovremmo prima aprire, secondo le regole CFBT e poi posizionare la smoke curtain. Quest’ultima opzione un pò più rischiosa deve essere protetta da una tubazione.
Per porte doppie possiamo mettere due smoke curtain a contrasto come in figura 1. Nel caso invece si abbia un braccetto a molla di ritorno sulla porta, possiamo decidere di rimuoverlo ma questo avrebbe un costo in termini di tempo. Meglio forse mantenere il gap dovuto al braccetto, che comunque sarebbe minimo e ottimizzare il tempo eseguendo l’estinzione.
Come applicarla:
La coperta può essere messa singola, doppia, doppia in siggillatura o doppia per incrementare la PPV.
Singola: La coperta applicata singola è ottimale nel flow path bidirezionale e potrebbe lasciare un GAP nella parte bassa, questo favorirebbe l’entrata di aria fresca sul basso che aiuterebbe in un certo senso i vigile del fuoco nella localizzazione del focolare. Figura 10
Doppia: Se si vuole limitare il flow path unidirezionale la seconda coperta copre fino a terra, ed aiuta nel mantenere il flow path verso l’esterno attraverso la ventilazione volontaria o involontaria di una finestra.
Figura 11
Doppia in sigillatura: Viene messa in questa maniera se occorre sigillare il locale incendiato e la porta ad esempio si è danneggiata (rotta) o bruciata dovendo intraprendere l’evacuazione se prioritaria
sull’estinzione. In tal caso vi sarebbe anche la possibilità di inserire una lancia lateralmente per raffreddare.
Figura 12
Doppia per PPV: Due coperte e ventilatore servono per aiutare nella veloce rimozione del fumo dal locale.
Figura 13