Al fine di consentire a tutte le lavoratrici ed i lavoratori di conoscere la posizione della Fp Cgil VVF, relativamente alle revisione dei due decreti legislativi 139 e 217 attualmente in fase di discussione, pubblichiamo il documento politico che non potrà dare adito ad ambigue interpretazioni
A tutte le lavoratrici e i lavoratori del Corpo Nazionale VV.F.
Lavoratrici e lavoratori,
come sapete è in atto il processo di revisione dei Decreti Legislativi 217/05 e 139/06. Tale possibilità deriva da un emendamento alla cosiddetta legge Madia, fortemente voluto, e quindi ottenuto, dalla FP CGIL VVF, che per dieci lunghi anni ha sostenuto la completa inefficacia di due provvedimenti legislativi che hanno prodotto, come unico risultato, un progressivo ingessamento del Corpo Nazionale, una quasi totale incapacità di gestione operativa ed amministrativa ed il peggioramento delle condizioni professionali e lavorative di tutto il personale.
Abbiamo sempre sostenuto che un sistema di regole dettate per legge avrebbe portato ad un irrigidimento ordinamentale che poco o nulla si addice al lavoro del Vigile del Fuoco ed alla necessaria flessibilità che occorre per lo svolgimento di un’attività che, per sua stessa natura, deve avere la possibilità di adeguarsi continuamente e rapidamente ai diversi scenari.
Pertanto, riteniamo di dover ribadire la nostra posizione, da sempre espressa, di completa contrarietà ad un rapporto di lavoro di tipo pubblicistico riaffermando con forza la necessità di ritornare alla completa delegificazione del rapporto di lavoro.
La CGIL comunque, essendo da sempre una organizzazione sindacale che non si sottrae al confronto, ritiene doveroso esprimere le proprie opinioni sulle diverse bozze di articolati che ci sono state sottoposte, nonché ribadire il proprio punto di vista su come superare le attuali e future criticità.
Per quanto attiene al D.Lgs. 139/06, nel mentre si apprezza lo sforzo per la definizione dei compiti del Corpo Nazionale e la valorizzazione della figura del Capo del Corpo, dobbiamo rilevare che il mantenimento di un doppio vertice, Capo Dipartimento/Capo del Corpo, impedirà ai VVF di concretizzare quella autonomia tecnica, amministrativa e gestionale coerente con i compiti e il ruolo che hanno nei confronti dei cittadini e del Paese; per quanto ci riguarda, e per le ragioni appena esposte l’unificazione del ruolo apicale in capo alla Dirigenza Generale tecnica del Corpo e la sua sovraordinazione a tutti gli uffici centrali dipartimentali, difesa civile compresa, resta il nostro principale obiettivo.
Ma se autonomia deve essere, e noi ne siamo convinti da sempre, diventa altrettanto imprescindibile l’istituzione della Dirigenza Amministrativa quale adeguato terminale di tutte quelle attività che garantiscono il funzionamento quotidiano di una struttura complessa come è il Corpo Nazionale.
Apprezziamo anche la migliore definizione dei compiti dei Vigili del Fuoco ma, nel caso di interventi congiunti con altri Enti ed Organizzazioni, riteniamo ancora insufficiente la regolamentazione dell’attività di coordinamento e chiediamo, pertanto, di individuare tutti gli strumenti necessari, anche legislativi, per valorizzare le competenze del personale operativo del Corpo negli interventi di soccorso tecnico urgente e di protezione civile.
Riteniamo altrettanto fondamentale completare il percorso di revisione del DPR 76/04 sulla scorta di quanto fino ad ora concordato, sia per quanto riguarda lo sviluppo omogeneo della componente volontaria del Corpo e la regolamentazione dei rapporti tra personale permanente e volontario, che per quanto riguarda la gratuità della prestazione.
Chiediamo che il testo sia “ripulito” da tutti quei riferimenti normativi, ma anche lessicali come “casermaggio”, che sono oramai superati dalle stesse modifiche, che apprezziamo, circa la denominazione delle nostre strutture come “sedi di servizio”.
Rileviamo che, inspiegabilmente, permangono ancora troppi impedimenti nel riconoscere al personale con funzioni tecnico amministrative, contabili ed informatiche quella specificità che deriva dal possesso delle competenze necessarie per garantire una collaborazione concreta ed efficace nell’attività complessa e delicata che svolge quotidianamente il personale operativo.
Nell’articolo relativo alle abrogazioni, oltre quanto già disposto, riteniamo opportuno provvedere, nella parte che riguarda la legge 27 dicembre 1941, n. 1570, all’abrogazione della gerarchia (art. 7, quarto comma), ai compiti di pubblica sicurezza (art. 8, primo comma), richiamo alle armi (18; 19 e 30). Inoltre, considerando ormai passata la possibilità di essere chiamato in servizio di leva, gli artt. 17; 21, secondo comma; 25, secondo comma e 107 della legge 13 maggio 1961, n. 469 – e, infine, l’eliminazione dell’art. 33 della legge 23 dicembre 1980, n. 930 per rimuovere ogni forma di discriminazione nei confronti del personale amministrativo e tecnico informatico.
Per quanto attiene la bozza di proposta di revisione del D.Lgs. 217/05 riteniamo, innanzitutto, necessario inserire il riferimento alla legge 7 agosto, n. 124, di delega al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche, togliendo il riferimento alla legge 30 settembre 2004, n. 252 in quanto, questa ultima, ha esaurito il suo “nefasto”compito.
Riteniamo imprescindibile una drastica riduzione delle qualifiche, proliferate a dismisura con il D.Lgs. 217/05, che a nulla servono al Corpo Nazionale. Particolare attenzione dovrà ricadere sul personale amministrativo tecnico informatico, che nel 2005 grazie al D.Lg. 217, fu demansionato e penalizzato anche economicamente per restituire quella dignità lavorativa che per dieci anni è stata arbitrariamente sottratta.
Chiediamo che venga indicata nell’articolato l’anzianità necessaria per poter accedere ai passaggi di qualifica interni, per tutto il personale del Corpo, e la precisazione che detti passaggi avvengono anche attraverso l’acquisizione di specifici percorsi formativi da definire con provvedimenti di natura ministeriale o dipartimentale, valorizzando, quindi, non solo l’anzianità, ma anche il merito e l’impegno del singolo nelle attività lavorative quotidiane, così come la disponibilità ad accrescere competenze e conoscenza attraverso la formazione.
Esprimiamo assoluta contrarietà alla previsione di utilizzare la sanzione del “richiamo scritto” quale motivo di esclusione a partecipare alle suddette procedure concorsuali e chiediamo il ripristino di quanto già precedentemente previsto.
Poiché nel corso di questi anni si sono svolte diverse procedure concorsuali per i passaggi di qualifica auspicando così la completa normalizzazione della situazione numerica dei Capi Squadra e dei Capi Reparto, chiediamo con forza l’eliminazione della previsione che il Vigile Coordinatore possa, in casi di necessità, svolgere le funzioni di Capo partenza, per le quali non possiede le necessarie competenze di formazione né, tantomeno, di qualifica, che sono proprie dei Capi Squadra.
Inoltre, chiediamo di inserire nel settore aeronavigante anche il personale nautico e sommozzatore. Questo consentirebbe al Corpo di avvalersi della componente specialista in maniera sinergica e coordinata grazie alla creazione di un’unica area di competenza. Rimarrà invariata la valorizzazione delle singole caratteristiche e campi di intervento, espresse attraverso tecniche, attrezzature e mezzi specifici. Alla prima occasione contrattuale sarà quindi necessario unificare le rispettive indennità rendendole fisse e ricorrenti sul trattamento economico principale.
Esprimiamo apprezzamento sulla previsione di abbassare il livello di “legificazione” del sistema ricorrendo, ove possibile, a provvedimenti di natura ministeriale o dipartimentale ma, a questo punto, si deve prevedere un maggior confronto con le Organizzazioni dei lavoratori attraverso un sistema di relazioni sindacali che superi il “sentito” e consenta una effettiva condivisione, attraverso tutti gli strumenti di partecipazione sindacale, dei processi di formazione dei provvedimenti stessi.
Per quanto riguarda il personale tecnico direttivo, l’esperienza maturata negli ultimi anni ha dimostrato che la collocazione nell’area contrattuale della dirigenza non è mai stato un traino tale da concretizzare migliori condizioni economiche e professionali, anzi, diremmo che piuttosto è stato un limite. Far confluire questo personale nell’area non dirigenziale determina, a nostro avviso l’apertura di spazi, soprattutto contrattuali, in grado di valorizzarne al meglio ruolo e specifiche funzioni, anche, ed a maggior ragione, attraverso un sistema di partecipazione e rappresentanza più forte e mirato di quello attuale.
Per quanto attiene, invece, all’istituzione dei ruoli direttivi speciali (sia operativi, che amministrativi e informatici) chiediamo che questi vengano impostati tenendo conto dei percorsi formativi e di anzianità di servizio del personale e che, per le posizioni apicali, abbiano le stesse declaratorie funzionali e le stesse retribuzioni dei ruoli direttivi ordinari (sempre operativi, amministrativi e informatici); mentre invece il percorso di carriera dovrà necessariamente tenere conto del titolo di studio, imprescindibile per la prosecuzione nella vice dirigenza e dirigenza.
Riteniamo, quindi, che il ruolo direttivo speciale venga inteso, non tanto come una condizione straordinaria ad esaurimento, ma la naturale valorizzazione di un lungo percorso lavorativo, mentre il ruolo direttivo ordinario, al quale si accede per concorso pubblico o interno e con il requisito del possesso della laurea magistrale, sia il momento iniziale di un percorso lavorativo che potrà sfociare nella dirigenza.
Chiediamo che venga, finalmente, data attuazione a quella specificità, contenuta nella Legge 183/10 che, fino ad oggi, si è rivelata soltanto una parola alla quale non sono seguiti i necessari contenuti. Esigiamo, pertanto, che vengano messi in campo tutti gli sforzi necessari per il riconoscimento di una indennità di specificità da corrispondere a tutto il personale attraverso una parametrazione da effettuare in sede di contrattazione decentrata nazionale.
Riteniamo inoltre necessario che vengano gettate le basi per la trasformazione di alcune delle indennità accessorie in trattamento fisso e continuativo che concorrerà, indipendentemente dalla presenza in servizio, a formare il trattamento economico fondamentale.
Siamo perfettamente coscienti di essere in presenza di provvedimenti legislativi e che, pertanto, gli stessi non fanno parte di alcun sistema di partecipazione sindacale, ma siamo altrettanto convinti che soltanto con l’apporto dei rappresentanti delle lavoratrici e dei lavoratori del Corpo Nazionale sarà possibile l’elaborazione di un impianto normativo che superi l’attuale ordinamento e i danni che lo stesso ha prodotto e, infine, tenuto conto che molte delle cose proposte trovano una convergenza unitaria tra i Sindacati Confederali auspichiamo che possano essere accolte dall’Amministrazione.
In conclusione, pur ritenendo la nuova proposta migliorativa rispetto alla precedente, riteniamo fondamentale venga adeguatamente riconsiderato quanto sopra accennato, poiché, per quanto ci riguarda, è l’unico modo per consentire al Corpo Nazionale di uscire dalle sabbie mobili in cui si è impantanato in questi anni e di poter svolgere in modo migliore e più efficace i propri compiti istituzionali al servizio della cittadinanza.
Roma, 09.02.2016
Coordinatore Nazionale FP CGIL VVF
Danilo ZULIANI